La Stampa 7 Marzo 2012
Per tutti quelli che da tempo si accalorano nel dire quanto inutile sia la nostra universita’, gli ultimi dati dell’indagine Almalaurea potrebbero sembrare una conferma delle loro opinioni. Aumenta infatti il tasso di disoccupazione a un anno dalla laurea, sia per coloro che escono dalla triennale (dal 16% al 19%) che per quelli che hanno intrapreso la specialistica (dal 18% al 20%). Mentre tra i laureati che invece lavorano aumenta il tasso di “precarieta” e diminuisce, intermini reali, il salario di ingresso. E’ prevedible quindi che adesso riemergano interpretazioni che leggono in questi dati i sintomi dell’inutilita’ del titolo di studio, della cattiva qualita’ delle nostre universita’ o delle cattive abitudini dei nostri giovani, che cercano la laurea quando non e’ necessaria, o che si rifiutano di spostarsi o di fare lavori piu’ umili e via dicendo. Questa lettura non solo e’ parziale e incompleta (perche’ comunque l’occupabilita’ e gli stipendi dei laureati restano complessivamente migliori che per gli altri) , soprattutto quando a farla non sono accademici in vena autocritica, ma rappresentanti del mondo delle imprese, della politica e del lavoro.